top of page

Application (o forse no)

Sto realmente considerando l'ipotesi di venire più spesso a Roma. Probabilmente è l'aria, o la grandezza. Qualunque cosa sia, è la benvenuta. È dalla notte del 16 giugno che una strana smania si è impadronita di me. E il risultato sono tutti questi post che non sono riuscita a pubblicare in dieci mesi di scuola. Ma non solo. Fortunatamente il suo raggio d'azione non si limita al blog che tanto ho bramato. Oh no, si estende a (quasi) tutti i punti della mia lunga -to do list. Ho ricominciato il corso di recitazione di Kevin Spacey, vinto in un corso scolastico (cui destinerò un post), continuato il libro in francese e fatto piccole modifiche al blog. Posso ritenermi quasi soddisfatta di me stessa. Una soddisfazione che ha toccato l'apice del godimento quando, verso l'1, sono usciti i quadri della mia scuola.  

Per me è stata una sorpresa che non avrei mai creduto possibile. Per quanto abbia studiato e sacrificato parti importanti di me stessa, non ho mai pensato che sarei stata ripagata di una tale gratificazione. A questa gioia incontenibile si è aggiunto il (parziale) risanamento del rapporto con mio padre, venuto con me a Roma per assistere all'orientation. Dopo giorni di tensione e anni di un rapporto meramente ufficioso, sono riuscita ad avvicinarmi un po' di più a lui, complice anche la sua stanchezza fisica e mentale che gli ha permesso di abbassare la guardia. Vi era un'unica pecca all'afosa giornata di ieri: l'assenza di mia madre, rimasta con mia sorella a Lecce. Io amo mia madre più di chiunque altra persona sulla faccia della Terra e il pensiero di starle lontano dieci mesi della mia vita non sarà poi così facile. Tuttavia, non mi arrenderò perché è stata proprio lei ad insegnarmi a lottare per ciò che si è sempre desiderato. I suoi errori, le sue esperienze, negative o positive che fossero, hanno sempre rivestito per me un ruolo fondamentale. Diciamo pure che sono stati i miei insegnanti principali, cui si sono poi affiancati degli altri di minore rilevanza, ma comunque incidenti. Come al solito, ho lasciato che l'ispirazione mi conducesse in reconditi anfratti della mia mente, distogliendomi dal vero topic. Dovrete scusarmi, ma credo che quindi sia giusto dare adito a ciò che sarebbe stato successivamente oggetto di un post. Nel gruppo degli "Youabroaders" 2017/2018, verso fine maggio - inizio giugno, si moltiplicavano ogni giorno di più i messaggi di felicità per l'imminente fine della scuola. Lo spirito generale era di allegria perché non avrebbero rivisto i tanto temuti professori per più di un anno e di una gioia contenuta per i compagni. Benché io sia una persona che poco socializza con i compagni di classe perché fin troppo rigida, quest'anno (o meglio, l'ultimo mese) ho costruito delle traballanti amicizie. Ma devo ammetterlo, fino all'anno scorso ero un'eremita che non si curava minimamente delle relazioni interpersonali. Ad agosto, tutto è cambiato. Chi mi avrà seguito dalla nascita del blog, non perdendosi neanche un post, saprà grandi linee quanto accaduto. Per chi, invece, ne fosse ancora all'oscuro, sappiate che ho avuto una lite furente con i miei genitori proprio a causa della mia volontà di partire per quest'anno fuori. A sostenere la tesi contraria, mia madre si è arroccata, fra le tante cose, al fatto che io non riuscissi a stringere amicizia. Da qui, la mia decisione di dimostrarle il contrario. E posso dire di esservi riuscita, magari non nella misura che avrei voluto io, ma per me è sempre un grande traguardo. E la prospettiva di abbandonare queste nuove e fragili relazioni non mi entusiasmava, consapevole che molte di queste non resisteranno ad una lontananza tale. "E che problema c'è? Quando torni, avrai modo di riallacciare tutte le amicizie che vorrai!" potreste giustamente pensare voi. Ma no. Non è così semplice, purtroppo. Credo che l'estate fra il quarto e il quinto anno di liceo sarà tra le peggiori, vuoi che starò soffrendo del distacco dagli USA, vuoi che dovrò studiare per recuperare il programma italiano. Ma non si tratta solo di questo: dovrò prendere la patente, decidere il corso di studi da intraprendere dopo la maturità ed eventualmente fare tutti i test possibili. Aggiungiamoci anche la mia volontà a sostenere un test C1/C2 di inglese o meglio ancora il TOEFL o l'ELTIS e la mia estate sarà confinata tra le quattro mura di camera mia. Quasi sento mia madre e mia sorella dirmi provocatorie:"E che vuoi?!? Sei stata tu a decidere di partire e complicarti le cose!". E va bene, sono stata io, ma anche qui, non saranno un po' di impegni a farmi desistere. Leggermente diverso il discorso in merito ai professori che per tanti potrebbero essere la peggiore incarnazione di Satana, ma che per me sono delle persone squisite cui mi sono affezionata (con le dovute variazioni ed eccezioni). Probabilmente, voglio più bene a loro che ad alcuni miei compagni di classe. E il pensiero di non crescere accanto a loro, instradati da loro, non è così invitante. Ognuno di loro ha un valore indescrivibile nella mia vita e, cosa di non poco conto, mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata a lasciarmi andare. Potrebbe apparire strano, ma molti di loro mi hanno spronata a non curarmi della scuola e delle eventuali lacune in cui potrei incorrere intraprendendo una simile esperienza. Stupefacente, vero? Ero sbigottita anch'io. Ma tutto questo non ha fatto che rafforzare il rapporto insegnante-alunna. Con questo, non voglio che voi pensiate che si tratta di un rapporto informale e che, in qualche modo, mi agevola con le votazioni e tutto il resto. Assolutamente no. Dimenticatevi tutto questo. Siamo sempre sul piano formale, ma con quel pizzico di affetto reciproco che non guasta quando trascorri cinque anni su quei banchi, di fronte ed affianco a loro. Per ora vi saluto con la promessa di ritornare presto, magari con argomenti che possano coinvolgervi maggiormente. Alessia P.S. Una delle cose più difficili dell'esperienza? Quando tua madre ti abbraccia stretta, come se temesse che possa sfuggirle, e ti dice con la voce rotta:"E io come farò senza il tuo profumo? Me lo devo imbottigliare" E quando poi si aggiunge anche la sorella ("no, non ti do le mie buste sottovuoto così non parti!") che non esterna mai i suoi sentimenti, allora il tuo cuore si crepa irreparabilmente. Sai di aver scelto la via più tortuosa e difficile e sai di averlo fatto perché lo bramavi ardentemente, ma vi sarà sempre una parte di te che continuerà a ripetere "e se...?". 


bottom of page