top of page

Thinking...


È notte. O meglio è tarda serata. E io a quest'ora dovrei essere già fra le braccia di Morfeo, ronfando saporitamente e riservando le mie energie per il compito di letteratura.

Ma sono qui, sveglia, con la musica alle orecchie, a dare sfogo ai miei caotici pensieri.

Pensavo che dalla firma del contratto in poi sarebbe stato un crescendo di emozioni positive. E lo è stato. O meglio, lo è stato per un certo periodo. Fino a quando qualcosa non è cambiato.

Persone che escono dalla tua vita. Persone che vi entrano timidamente, incedendo a piccoli passi, quasi a volersi imporre ma con dolcezza.

È questo il ciclo che caratterizza la vita, immagino. Vecchi amici se ne vanno e nuove persone incrociano il tuo cammino.

È strano come pochi attimi, poche parole e pochi fraintendimenti possano distruggere qualcosa e allo stesso tempo far nascere dell'altro.

È sempre difficile accettare la fine di qualcosa. E non mi ci ero mai soffermata, ma diamine!, se fa male. Fa male vedersi rifiutata, criticata e bistratta. Fa male sapere di avere torto ma non poter porre rimedio ai propri errori. Fa male ritrovarsi inermi di fronte a qualcosa di più grande di noi. Fa maledettamente male.

Ma è anche bellissimo vedere un nuovo germe di speranza nascere, prendere vigore e rifulgere di emozioni indescrivibili.

Ed è sempre una sorpresa aprirsi a nuove esperienze, lasciare che sconosciuti vadano oltre la facciata e scorgano ciò che per tanto tempo hai tenuto nascosto.

È rigenerante lasciare che tutte le tue sofferenze, le tue frustrazioni, le tue delusioni mal celate trovino sfogo in momenti singolari.

E no, non ne vale la pena di rinchiudersi nel proprio mondo dorato, al sicuro da qualsiasi dolore e minima sofferenza. No, ragazzi, ve lo dice una che per anni ha preferito rifugiarsi nel felice mondo dei libri invece di fronteggiare la dura realtà.

Ve lo dice una che ha sprecato anni preziosi della sua adolescenza per paura di soffrire. Ve lo dice una che si pente di non aver dato maggior adito alle proprie passioni e inclinazioni. Ma ve lo dice anche una che è si è forgiata sui libri. Una che è riuscita a trarre da questa realtà fantastica la forza necessaria ad abbattere i suoi muri. I muri che lei stessa aveva creato, mattone dopo mattone, giorno dopo giorno, con la falsa speranza di proteggersi dal circostante mondo crudele.

E no, non sono incoerente. Me ne pento sì, ma allo stesso tempo non posso asserire che siano stati anni totalmente perduti. Sono maturata, sono cresciuta combattendo al fianco dei personaggi dei miei adorati libri, mi sono forgiata sulle delusioni della protagonista, ho imparato a dire di sì al momento giusto, ed ho anche trovato la determinazione che ora mi distingue.

Ed è proprio grazie a quest'ultima se ora posso finalmente definirmi soddisfatta di me stessa. Un anno fa come oggi ero ancora persa nel mondo fantastico dei libri, vagando senza un'apparente meta.

Ero fragile. Ero perduta. Ero debole.

Ora no. Ora sono forte. E so qual è la strada da percorrere. So cosa devo fare e so che sarà difficile. Ma non mi sono mai piaciute le cose semplici. E non lascerò che gli ostacoli mi facciano deviare dalla strada maestra. Non lascerò che nessuno, né vecchi amici, né nuove comparse, né familiari, mi allontanino dalla mia destinazione finale.

Perché io sono forte.


bottom of page