Non potete capire quanto vedere una pagina bianca sia destabilizzante per qualcuno. Ed è esattamente così che mi sento ora. Nonostante abbia sempre avuto delle vaghe idee su cosa avrei scritto se avessi mai avuto un blog, ora che mi sono decisa a crearlo, è come se avessi un vuoto nella mente. Perciò sono sicura che questo primo post sarà un testo privo di ogni logica e senso. Non so nemmeno da dove cominciare poiché non so neanche dove terminerò.
E no, non sono pazza, semplicemente sono una sedicenne in cerca di un'ancora, di un porto che possa mettere un po' di chiarezza e stabilità nei miei poveri pensieri. Pensieri che non svelerò del tutto, ma che permetterò a chiunque capiti su questo blog di assaggiare a piccoli bocconi.
Ma veniamo alla ragione vera (o no?) per cui ho creato questo portale: molto probabilmente l'anno prossimo trascorrerò dieci mesi negli USA. E dove sta la sorpresa?, direte ora voi.
Non ve n'è alcuna infatti: migliaia di ragazzi partono ogni anno per le destinazioni più disparate e lontane, ma ognuno di loro è accomunato dalle stesse voglie, dagli stessi desideri.
Partire verso l'ignoto, buttarsi nell'inebriante buio, mettersi alla prova, superare se stessi e testare le proprie capacità. Ma non è tutto. Allontanarsi dal conosciuto, dai propri amorevoli familiari, dalle proprie amiche è una sensazione troppo esaltante e terrificante per resistergli.
I veri exchange students sapranno di cosa sto parlando, mentre so per certo che ci sarà gente che, a leggere queste parole, si acciglierà e crederà che bisogna avere qualche rotella fuori posto per fare questo tipo di esperienza.
No, vi sbagliate, cari adulti, essere exchange students non significa essere svitati né incoscienti. Semplicemente si tratta di voglia di vivere, di sperimentare, di andare oltre i ristretti limiti imposti dalla società e di non stancarsi mai di cadere, rialzarsi e continuare a camminare con la testa alta, senza spezzarsi.
Questo significa essere un exchange student. Quindi, cari colleghi, libriamoci in aria e lasciamo che le nostre fragili ali si rinforzino combattendo contro le energiche raffiche di vento.
Perché una simile esperienza non può essere facile: bisogna combattere e non arrendersi mai, non abbattersi di fronte alla prima difficoltà e andare avanti, lasciando che le ali si spieghino piano piano.
Per quanto spaventoso possa essere, un'esperienza del genere forgia, smussa, plasma.
Una volta ho letto una citazione che recitava:" EXCHANGE IS NOT A YEAR IN A LIFE, BUT A LIFE IN A YEAR". Bene, è esattamente ciò che ho appena tentato di far comprendere.
Ma, tornando a me, non mi sono nemmeno presentata, forse perché riesco a essere timida anche dietro ad uno schermo.
Mi chiamo Alessia Malinconico e ho sedici anni, ma molti mi dicono che la mia vera età è decisamente quella di una vecchia. Ovviamente non è un complimento, poiché non mi si loda per la mia maturità, quanto più per la mentalità molto rigida (che, attenzione, non sta per chiusa).
Magari mi sto appena giocando la simpatia di molti dicendo questo, però non mi piace vestirmi di una maschera che mal mi si adatta.
Sono molto seria e ad un'uscita in centro preferisco una serata a casa, sotto gli innumerevoli strati di coperte e plaid, con un buon romanzo da leggere.
Posso sentire i vostri versi sgomenti sin da qui, e mi dispiace di scioccare così tanto, specialmente perché una ragazza così mal si adatterebbe in un contesto completamente sconosciuto dove ogni sorta di timidezza e serietà dovrebbe essere messa da parte. Tuttavia, ho una piccola rettifica da fare. Quelle belle serate in compagnia dei miei adorati libri non sono che un lontano ricordo. Infatti, sto gradualmente migliorando sotto questo aspetto. Sono parecchi weekend che esco con le mie amiche con cui andrò ADDIRITTURA ad una festa domani sera, sacrificando questo hobby che forse tanto salutare non è stato. Se da una parte è stato d'aiuto perché formulassi dei ragionamenti più maturi, dall'altra mi hanno rinchiusa in me stessa, allontanandomi dalla vera vita, quella dove gli ostacoli non si superano magicamente e dove non tutto ha un lieto fine.
Probabilmente, è anche causa dei miei amati libri se per tanti anni mi sono preclusa la possibilità di fare amicizie e di vivere appieno la mia adolescenza. Me ne pento? Stranamente no, perché è solo grazie a loro se ora sono quel che sono: determinata, pragmatica e ambiziosa.
E ora, vorrei terminare questo primo post, nato dall'ispirazione improvvisa e che di introduzione/presentazione ha ben poco, salutandovi e promettendovi che tornerò presto.
La vostra Alessia